Carissimi,
vi scrivo per festeggiare con voi i 10 anni del barbonaggio teatrale. Il progetto, nato nel 2009, ha mosso i suoi primi passi in Italia, per estendersi in Europa e nel mondo grazie al sostegno di molti di voi.
È proprio grazie all’attenzione di colleghi, critici, operatori e dei pubblici che il barbonaggio è cresciuto, accogliendo sempre le nuove istanze politiche e poetiche del fare teatro oggi.
Il regalo che mi piacerebbe ricevere da tutti voi per questo compleanno speciale è ancora una volta la vostra cura, il vostro sguardo e il riconoscimento della necessità di sperimentare sempre strade parallele.
Sono anni che cammino su strade parallele.
Lo faccio non solo perché credo che tutto il sistema teatrale e dell’arte non abbia “visioni”, ma perché credo che ogni epoca debba essere indagata e capita e quindi affrontata con nuovi mezzi e nuove modalità, non perdendo mai di vista il centro: l’edificio teatro e i luoghi deputati alle varie arti.
Lo faccio perché non credo che le soluzioni debbano essere lasciate solo nelle mani delle istituzioni.
Lo faccio perché sono convinto che manchi un anello fondamentale e fondante dell’arte: il pensiero sulla gente che diventa pubblico attivo di un processo e quindi finanziatore morale e materiale del mio lavoro.
In questi anni con la mia casa aperta dal 2006 diventata cinema e teatro, le residenze nei paesi sperduti e il BARBONAGGIO che è diventato movimento artistico concreto, ho costruito e continuo a costruire una garanzia e un motivo per il mio lavoro: un pubblico fedele che segue il mio percorso e, letteralmente, aiuta e finanzia la mia/sua ricerca in ambito artistico.
La strada, le case, i distributori, i supermercati, i pub, le librerie sono luoghi da frequentare come trincee per arrivare alle prime linee.
Sono luoghi dove esercitare il nostro mestiere corpo a corpo per vincere una guerra e entrare tutti insieme nella città conquistata.
Sono luoghi dove allenare la gente a un linguaggio, dove portare altra gente a conoscere una pratica.
Il teatro però si deve fare a teatro ed è per questo che si deve sempre di più farlo anche fuori dal teatro.
Lo scarto è sapere che si esce dal teatro per riportare la gente a “casa”.
In tempi in cui la discussione intorno al ruolo del teatro, dell’artista e dei nuovi pubblici è stata affrontata da molteplici punti di vista dagli operatori del settore anche al fine di trovare una diversa modalità per la circuitazione teatrale, il barbonaggio teatrale ha da subito rappresentato un’esperienza concreta, sperimentando sul campo strategie e soluzioni che oggi continuano ad essere necessarie.
Il barbonaggio è infatti nato come
Un atto simbolico per rimettersi in contatto con la gente e creare nuove platee
Un atto d’amore verso il pubblico.
Un atto politico per affermare che gli artisti sono dei lavoratori come tutti gli altri.
Tutto questo oggi come allora.
Grazie quindi per il vostro sostegno espresso in tutti questi anni e grazie a chi continuerà a ospitare il barbonaggio teatrale, grazie a chi continuerà a scriverne raccontandone il senso e a chi continuerà a dedicare una tesi di laurea al progetto o a segnalarlo per un riconoscimento.
Grazie soprattutto a tutti i pubblici che ci hanno permesso di diventare “grandi”.
Ippolito Chiarello
APPROFONDIMENTO BARBONAGGIO TEATRALE
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