Con la pandemia e la chiusura dei teatri, in fondo, la parola delivery è stato solo un’aggiunta contingente, per quanto mi riguarda, ma di fatto ho solo continuato un lavoro già iniziato nel 2009 con il barbonaggio e che a mio parere dovrebbe sempre esistere, al di là dell’emergenza.
Per me, in quel momento di assenza, la cosa fondamentale era fare qualcosa con la mia “funzione” di artista e mettermi a disposizione di un’emergenza sanitaria, che coinvolgeva anche il cuore, un organo di cui mi occupo per lavoro. Mi sono detto che se sono necessario come i medici e come gli insegnanti (un concetto urlato a più voci), dovevo dimostrarlo. Ho cercato di trovare soluzioni che non fossero legate al web e al video, ma che recuperassero il contatto diretto con il pubblico. Non volevo usare nessuna mediazione o artificio, ma, come il barbonaggio teatrale mi aveva insegnato: solo io, il palchetto, le storie e un pubblico che le ascolta.
Mi sono ispirato alle immagini più forti e che più mi avevano inquietato e illuminato in questi mesi, come i Riders che portano beni di prima necessità, gli unici a circolare nelle città deserte, i balconi, le USCA, il lockdown, ecc. Tutto si è materializzato naturalmente e mi sono detto che, se i teatri sono chiusi, io posso, in qualche modo, ri-aprirli, portando gli spettacoli sotto le case delle persone. Tutto si poteva fare in massima sicurezza, mantenendo le distanze e all’aperto e con il pubblico alla finestra. Le persone prenotano la loro “serata a teatro”, dietro il versamento di una donazione liberale, con regolare ricevuta, agibilità e quant’altro, rispettando quindi anche la dignità del mio lavoro. Subito ho preso anche in prestito l’immagine dello zaino dei Riders, dove mettere il mio palchetto, una bici e il mio repertorio, che già portavo in giro con il barbonaggio teatrale.
Da subito ho lanciato l’idea delle USCA artistiche (unità speciali di continuità artistica), parafrasando quelle sanitarie (che secondo me, in uno Stato utopico, dovrebbero essere composte da un medico da un infermiere e da un artista). Ho semplicemente proposto ai miei colleghi, in Italia e all’estero, di aderire a un pensiero e non a una rete burocratica. Ho proposto alle esperienze già esistenti e simili e agli artisti o compagnie che avessero voluto ripetere la mia modalità, di usare un’unica voce, perché sono convinto che così possiamo dimostrare con forza che ci muoviamo e che siamo capaci di reinventarci, per rispondere prima di tutto a un’emergenza e in seconda istanza perché crediamo in un’azione strutturale nei confronti del pubblico, che debba poi continuare anche in futuro, fuori dall’emergenza e nelle forme che ognuno poi sceglierà.
La risposta è stata eccezionale. Eccezionale da parte degli artisti, con una massiccia ed entusiasta adesione, con una cinquantina tra artisti e compagnie e con almeno 100 contatti in Italia e all’estero, in Brasile e in Francia, di possibili adesioni. Eccezionale la risposta del pubblico, per me e per tutti gli artisti che si sono uniti a me. Eccezionale anche la reazione delle istituzioni, che in varie parti d’Italia, apprezzando questa proposta artistica e cogliendone delle opportunità, hanno cominciato a investire economie per offrire al proprio pubblico, costretto a casa, il teatro che non potrebbe vedere altrimenti.
Questa nuova esperienza di portare il barbonaggio teatrale sotto le finestre, a domicilio, nei cortili delle scuole, continua anche dopo la fine dell’emergenza e della pandemia, almeno per me. È un altro strumento per continuare e integrare la mia proposta teatrale e proseguire il mio lavoro con l’obiettivo di raggiungere nuovo pubblico, portare nuovo pubblico a teatro, per esercitare l’arte più antica e più bella tutti giorni.
I NUMERI
Ippolito Chiarello dal 4 dicembre ha fatto 150 SPETTACOLI tra la Puglia, la Lombardia, la Toscana, il Lazio, Emilia Romagna, ecc. anche con tante matinée nelle scuole pugliesi. Nell’estate 2021, oltre ad altre incursioni delivery in vari festival italiani, ha realizzato 5 progetti di formazione alla pratica del Barbonaggio Teatrale nell’ambito di Asti Teatro, ad Asti, a Mantova, nell’ambito di Segni d’Infanzia estate, a Ruffano con l’Associazione Kairòs e a Melpignano.
RETE USCA: 50 Compagnie, 170 artisti, 13 regioni, 50 città, 3 nazioni, 2 continenti,
70 ORGANI DI STAMPA NAZIONALI E INTERNAZIONALI, TRA WEB CARTA STAMPATA, TV
TRA CUI
Italia
Gazzetta del Mezzogiorno, Quotidiano di Lecce
Radio Deejay, Radio Montecarlo, Radio24, Radio popolare, Radio Capital, Radionews24, Radio3 Zazà
Repubblica e D di Repubblica, Corriere della Sera, IL SOLE 24
Theatron, Teatro e Critica
TG Rai3, Tg Telenorba, Mi manda Rai3, TV2000, Tg1 Rai1, Tv8, SkyArte
Rivista Bonculture.it, Rivista KLP, Histryo, Ateatro
Rivista EllE, RIVISTA Millionarie, Rivista Silhouette, Rivista Confidence, Giannella Channel, Senza Filtro – il Giornale della cultura del lavoro
Estero
Rete due, radio culturale della Radiotelevisione della Svizzera italiana (RSI)
GIAPPONE https://mensfudge.jp
GIAPPONE : “FQ magazine Japan”.(https://fqmagazine.jp/)
📌
PRENOTA IL TUO SPETTACOLO SOTTO LA FINESTRA
All’interno di questo link troverete anche gli aggiornamenti in tempo reale sul progetto e l’elenco delle USCA
PROPOSTE RISERVATE AGLI ENTI E ORGANIZZAZIONI
Per il pubblico dei più grandi
Per il pubblico dei più piccoli (anche a scuola)
📌
“Il barbonaggio teatrale non è solo o solo il modo per risolvere il problema distribuzione o per ridare dignità di lavoro all’arte, ma è la dimostrazione che si devono cercare e si possono trovare strade alternative. Se conquistiamo il pubblico nessuno potrà fermarci e il pane non ci mancherà. Sarà naturale raccontare storie e necessario.”
DECALOGO
1.Per provare a cambiare con gesti concreti il sistema 2.Per ricreare nuove platee 3.Per un atto d’amore verso il pubblico 4.Per ricostruire un nuovo senso di comunità 5.Per rimettersi in contatto reale con la gente 6.Per affermare attraverso un atto artistico un pensiero politico 7.Per affermare che gli artisti e gli operatori dello spettacolo sono dei lavoratori 8.Per crescere artisticamente attraverso la pratica quotidiana 9.Per non perdere di vista la realtà 10.Per poter fare tutti i giorni il mestiere più bello del mondo.